I tatuaggi all’henné sono realizzati con inchiostro temporaneo sui piedi e sulle mani, secondo una tradizione ancora viva nel Medio Oriente e nel Nord Africa. Col tempo, la pratica Mehndi ha oltrepassato i confini, prendendo piede, per scopi puramente estetici, anche nella cultura occidentale.
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La storia del tatuaggio all’henné
In origine, il Mehndi, ovvero l’esecuzione di tatuaggio all’henné sulle mani e sui piedi, era riservato a sovrani e sacerdoti delle popolazioni del Nord Africa; col tempo, la pratica si è diffusa in altri Paesi e ad altre estrazioni sociali, diventando un simbolo decorativo ricorrente in occasione di matrimoni. Il Mehndi ha una diffusione relativamente breve nelle realtà extra-africane, ma è invece profondamente radicata nelle civiltà antiche: tracce di hennè sono state rinvenute persino sulle mummie di diversi imperatori Egizi.
Che cos’è l’henné
L’hennè è un arbusto dai cui rami e foglie essiccati si ricava una sorta di polvere di colore giallo-verde, utilizzabile come colorante per i tessuti e per la pelle. Per estensione, il termine ‘henné’ designa oggi anche lo stesso colorante.
Preparazione dell’henné
La preparazione dell’henné è relativamente semplice: prima di tutto, occorre tritare le foglie dell’arbusto in acqua calda, fino ad ottenere un composto né solido né liquido; quindi lasciare il composto a riposare per circa 12 ore e poi aggiungere gocce di limone per favorire il consolidamento del preparato; infine, a discrezione, aggiungere degli oli essenziali, polvere di té o di caffè.
Durata del tatuaggio
Un tatuaggio all’henné ha una durata di pochi giorni. Il tempo di permanenza cambia, ovviamente, in relazione al numero di lavaggi effettuati e alla tipologia di prodotti utilizzati per l’igiene. Difficilmente, in ogni caso, la sua durata supera le due settimane.
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I rischi del tatuaggio all’henné
I tatuaggi all’henné sono dunque effettuati con prodotti naturali: ciò è sufficiente per affermare che essi non rappresentino un rischio per il derma? In effetti, rispetto al composto 100% naturale, di colore giallo-verde, quello impiegato nel nostro Paese e spesso proposto lungo mercatini, spiagge e altri contesti improvvisati, presenta un colore più scuro e resiste sulla pelle maggiormente. Dunque, è lecito immagine l’utilizzo di edulcoranti, impiegati per favorirne l’aderenza sulla pelle o per modificarne la cromatura. Uno degli agenti chimici più rischiosi per la pelle e spesso impiegato nella pratica è la para-fenilendiammina (PPD), responsabile della cosiddetta ‘dermatite da tatuaggio. In caso di arrossamenti e prurito, dunque, si consiglia di rivolgersi a un dermatologo. Si suggerisce, infine, di evitare di fare tatuaggi all’henné in luoghi poco sicuri dal punto di vista sanitario o, peggio ancora, all’aperto, presso venditori occasionali e abusivi.